Filologo e critico letterario statunitense. Formatosi presso le
università di Washington e di Harvard, fu professore di Sanscrito e
Letterature classiche in quest'ultima. Nel 1901 intraprese la carriera
giornalistica prima come direttore letterario dell'"Indipendent", dal 1903
dell'"Evening Post" di New York e, a partire dal 1909 e fino al 1914, del
settimanale "The Nation". In seguito tornò all'insegnamento presso
l'università di Princeton. A quella di studioso, cui per altro si devono
importanti lavori sulla filosofia platonica e sugli aspetti teologici e
filosofici del cristianesimo,
M. preferì sempre la sua
attività di critico letterario che lo condusse ad animare, insieme a
Irving Babbitt, il cosiddetto movimento "New humanism". In opposizione alla moda
letteraria americana che gli era contemporanea, secondo lui troppo attardata
sulla scia del Romanticismo e del Naturalismo europei,
M. propugnò
il ritorno a una tradizione classica. Fra le sue opere principali ricordiamo:
Shelburne Essays (1904-36), nei cui 14 volumi tracciò un panorama
filosofico-letterario secondo i canoni del suo nuovo umanesimo;
Platonismo (1917);
The Greek Tradition (1921-31);
Christ the
Word (1927);
The Catholic Faith (1931) (Saint Louis 1864 - Princeton,
New Jersey 1937).